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Siamo pronti a guidarti nella scelta della tua auto elettrica
No, le auto elettriche hanno solamente un sistema che permette di posizionare l’auto in drive, in retro o in parking.
Sì. Solamente Audi Q4 ha le versioni 45 e 50 che non sono adatte ai neo patentati.
Sì, la prima va effettuata dopo 4 anni dall’immatricolazione e poi ogni 2 anni.
Questo dipende da regione a regione, spesso da comune a comune. In alcuni comuni non si paga, in altri è gratuita la prima ora di sosta.
La bassa rumorosità è una delle caratteristiche peculiari delle auto elettriche e, a lungo termine, contribuirà a ridurre l'inquinamento acustico soprattutto nei centri cittadini. A basse velocità (fino a 20 km/h), le vetture emettono dei suoni generati artificialmente per garantire la sicurezza degli altri utenti della strada, come pedoni e ciclisti.
La normativa europea stabilisce che le auto 100% elettriche debbano emettere un suono di avviso fino a 20 km/h. Oltre questa velocità non è più necessario, perché il rumore di rotolamento degli pneumatici e quello aerodinamico permettono di percepire la vettura in movimento. L’auto deve inoltre emettere un suono di avviso quando procede in retromarcia, fino a 6 km/h.
I veicoli elettrici non necessitano di tubo di scappamento, in quanto vi è alcun tipo di combustione e non vi sono, quindi, emissioni.
L'auto elettrica non attira i fulmini più di quanto facciano le auto a benzina o diesel. Come su qualsiasi auto chiusa, anche quando sei a bordo di un'auto elettrica la gabbia di Faraday ti protegge dalla scarica di un fulmine. La struttura chiusa dell'auto fa sì che la tensione si generi solo sulla superficie e che da qui venga scaricata uniformemente al suolo.
Le auto elettriche non necessitano di molti dei componenti presenti in quelle con motore a combustione. Non dovrai, quindi, più preoccuparti dell’olio e potrai dimenticare anche filtri dell'aria, carburante, raffreddamento del motore, candele di accensione, impianto dei gas di scarico e frizione.
Sì, tutte le auto hanno bisogno di manutenzione. Tuttavia, la manutenzione e la cura sono molto diverse tra auto elettriche e auto con classico motore a combustione: le vetture elettriche, infatti, non hanno candele di accensione, impianto di scarico o cambio e questo fa risparmiare sia tempo che denaro. La manutenzione periodica resta però fondamentale.
No, le batterie nel tempo perdono la loro capacità massima ma non si esauriscono. Un utilizzo consapevole della vettura e della ricarica permettono di ottimizzarne la durata. Un esempio? Le case madri consigliano di mantenere sempre la batteria tra il 20% e l’80% di ricarica.
Dato che i costruttori utilizzano diversi tipi di batterie, non esiste una risposta unica. In media, però, la batteria di una vettura elettrica ha una durata di circa 8 anni, con un decadimento di circa il 10% della capacità dopo 500 cicli di ricarica. Per quanto riguarda i nostri brand, le batterie sono garantite da Casa Madre per 8 anni o 160.000 km.
I prezzi variano in base al modello e al marchio, ma rimaniamo sempre su una media di 15-20.000€. Le batterie sono comunque garantite per 8 anni o 160.000 km. La buona notizia è che, se la batteria dovesse davvero dare segni di cedimento, basterà far sostituire alcune celle presso l'officina specializzata. Secondo “ADAC” (Automobil Club tedesco) ciò è molto più economico che far montare una batteria nuova.
No, le batterie sono distese lungo il pianale dell’auto e non influiscono assolutamente sulla spaziosità dell’abitacolo; al contrario, lo spazio interno di una vettura elettrica è generalmente più ampio rispetto ad un’auto a trazione tradizionale, dello stesso segmento.
No, al contrario! Le vetture elettriche tendono ad avere più spazio interno perché non ci sono gli ingombri delle parti meccaniche.
Si scarica leggermente di un valore approssimativo che si aggira intorno all’1-2% mensile. In questo caso, suggeriamo comunque di mantenere stabile il livello di carica della batteria, attraverso la wallbox con cui è possibile programmare questa funzione, o con altre soluzioni di alimentazione.
Si tratta dell’autonomia calcolata attraverso il ciclo di omologazione WLTP Worldwide Harmonized Light vehicles Test Procedures, ovvero una procedura di prova che definisce una norma armonizzata globale per determinare i livelli di inquinanti ed emissioni di CO₂, consumo di carburante o di energia e gamma di veicoli elettrici leggeri. Nel ciclo WLTP l’auto dovrà percorrere 23 km ad una velocità di 46,5 km/h e una punta massima di 131 km/h. Il climatizzatore deve rimanere spento e l’auto dovrà effettuare un’accelerazione 0-50 km/h in 15 secondi netti.
L’ingresso delle auto elettriche nelle zone a traffico limitato in Italia è disciplinato da alcune regole che variano di città in città: tendenzialmente è gratuito, in alcune città è libero, in altre è richiesta la registrazione della targa online, in altre è soggetto al possesso di un contrassegno che viene rilasciato dal Comune. Per il rilascio del contrassegno, alcuni Comuni richiedono un contributo economico irrisorio.
L’autonomia di omologazione, rispetto a quella reale si differenzia principalmente nella modalità di calcolo: nel ciclo WLTP le auto devono percorrere una determinata distanza a determinate velocità, mentre per il calcolo dell’autonomia reale viene effettuato un uso della vettura normale, misto, che si avvicini il più possibile all’utilizzo del cliente.
I tempi di ricarica di una vettura elettrica dipendono da molteplici fattori:
- la potenza (kW) a cui avviene la ricarica;
- la potenza accettata dal veicolo elettrico;
- la dimensione del pacco batteria.
L'auto al termine della ricarica rimarrà comunque collegata, ma smetterà di ricevere corrente.
No, anzi, è consigliabile caricare la batteria fino ad un massimo dell'80%, per preservare al meglio la durata e la capacità della stessa.
Un altro consiglio è quello di evitare di portare la ricarica a 0 e l'ideale sarebbe caricare l'auto appena raggiunto il 20% del potenziale.
Preferibile sarebbe ricaricarla al massimo solo in vista di viaggi particolarmente lunghi.
No. Mentre la vettura è in carica l'auto può essere staccata dalla carica solo dal proprietario, durante o alla fine del processo.
Le dotazioni variano da una vettura ad un'altra. In alcuni modelli il cavo di ricarica è incluso di serie, in altre sarà necessario predisporlo come optional o acquistarlo in seguito.
La presa dipende dalla tipologia di colonnina che può essere a corrente continua o alternata.
Nelle colonnine a corrente alternata (AC) bisogna essere dotati del cavo di ricarica pubblica, che potrebbe essere incluso di serie con la vettura, o acquistato come optional.
Invece nelle colonnine a corrente continua (DC), il cavo è già parte della colonnina.
L'ultimo caso è la possibilità di acquistare un adattatore che colleghi l'auto ad una classica presa di corrente domestica.
È possibile spostare la vettura spingendola in caso di necessità ma l’auto non si accende. Questa manovra è possibile con le ibride, ma non con le auto elettriche. Il livello delle batterie va tenuto costantemente monitorato per non scendere al di sotto del 10% di carica. Nel caso si rimanga con la batteria scarica è necessario chiamare l'assistenza tecnica che potrà essere attrezzata per la ricarica rapida oppure potrà condurvi presso la prima colonnina disponibile.
I cavi di ricarica si suddividono in: CHAdeMo e CCS. Il cavo CCS si divide a sua volta in CCS Combo 1 e CCS combo 2. Il primo è adottato prevalentemente da costruttori extraeuropei, in particolar modo giapponesi e statunitensi. Il CCS Combo 2, invece, è quello che permette di caricare la vettura sia in corrente continua a 50 kW, sia in corrente alternata (utilizzato anche da BMW e Volkswagen). Volkswagen fornisce di serie 2 caricatori elettrici, Skoda e Audi solo uno (sempre un cavo CCS combo 2 per la ricarica in corrente alternata).
L'autonomia delle auto elettriche non dipende unicamente dalla capienza della batteria, ma anche da altri fattori esogeni quali lo stile di guida del conducente e la temperatura esterna.
Per i viaggi all'estero non cambia in alcun modo il processo, ma solo il tariffario.
Se fatta con molta frequenza, la ricarica rapida può stancare le batterie più facilmente. La ricarica lenta è il tipo di ricarica che mantiene le prestazioni della batteria al meglio.
L’auto elettrica può essere utilizzata in Brake (“B”) che consente di ottimizzare i consumi, o in Drive (“D”) sfruttando il veleggiamento. Limitare l’uso dell’aria condizionata, non avere picchi di velocità e una guida scattosa possono aiutare.
Non accade sostanzialmente nulla se si utilizzano le dovute precauzioni, infatti per mantenere il più possibile la capacità utilizzabile della batteria, si consiglia di impostare un obiettivo di ricarica dell'80% per l'uso quotidiano (può essere regolato al 100%, ad esempio prima di un viaggio lungo).
Si deve valutare l’estensione dei Kwh con un elettricista ed eventualmente valutare con i fornitori dell’energia elettrica l’installazione di una colonnina.
Certamente! Come nelle auto tradizionali, i sistemi elettronici e la batteria sono ben protetti dalle infiltrazioni di umidità, dalle intemperie e da ogni liquido proveniente dall'esterno.
Se gli pneumatici soddisfano le specifiche dell'auto (dimensioni, indice di carico ecc.), ne puoi montare di qualsiasi tipo. Tuttavia gli pneumatici specifici per auto elettriche spesso sono caratterizzati da una resistenza al rotolamento ottimizzata. Questo perché una minore resistenza al rotolamento comporta una maggiore efficienza energetica dell'auto durante la marcia e quindi una maggiore autonomia con una carica della batteria. Il tuo rivenditore ti saprà consigliare la miglior soluzione.
Le batterie esauste vengono analizzate e, dopo un test iniziale sui materiali, si aprono due possibilità: quella definita “seconda vita” e quella del riciclo.
Nel primo caso, gli accumulatori sono utilizzati all’interno di stazioni di ricarica mobili e flessibili, che funzionano come delle grandi power bank e non richiedono le sesse prestazioni di un’auto in termini di stabilità di temperatura e trasferimento energetico.
Nel caso in cui invece la struttura chimica delle celle non raggiunga i parametri di efficienza richiesti per il riutilizzo, le batterie vengono destinate al riciclo: i componenti vengono smontati ed i materiali essiccati e setacciati per poterne estrarre la cosiddetta “polvere nera” che contiene materie prime preziose come nichel, manganese, cobalto e litio. A questo punto, gli elementi vengono separati e ritornano disponibili per la produzione di nuove batterie.
Si, le auto elettriche soffrono i climi rigidi e le prestazioni diminuiscono leggermente. Le ragioni di un’autonomia inferiore nei mesi più freddi sono due: da un lato si riduce la capacità delle celle della batteria; dall’altro, il riscaldamento dell’aria dell’abitacolo (utilizzo dell’aria condizionata) aumenta il consumo del veicolo.
Alcuni suggerimenti utili:
È possibile controllare l’autonomia tramite il display di bordo, che durante l’utilizzo si aggiorna in base allo stile di guida. A vettura spenta, potrai controllare lo stato di carica e l’eventuale andamento della ricarica anche attraverso una semplice applicazione sul tuo smartphone.
Si.
- ID.3 è omologata solamente per il trasporto delle biciclette
- ID.4 ha capacità di carico sul traino di 1000 kg
- Enyaq può trainare tra i 750kg e i 1200kg in base alla versione: 50 Kwh non può trainare, 60 e 80 - 1.000kg, 80x -1.200 kg
- Q4 (con pendenza del 12%) ha una massa rimorchiabile che varia: Q4 (35) - 1.000kg; Q4 (40) - 1.000kg; Q4 (45) - 1.200kg; Q4 (50) -1.200kg
(tutte le masse trainabili indicate si riferiscono al carico frenato al 12% di inclinazione)